Porta Romana, entrata meridionale della città, aveva una grande importanza per la strategia di difesa della città; infatti, non si trattava di una “semplice apertura” nella cinta muraria ma, insieme al forte del Cassero, costituiva un complesso fortilizio che permetteva il controllo di chi arrivava dalla via Flaminia.

Particolare del sistema di fortificazione Porta Romana – Cassero.
Dalla mappa di Terni di Joan Blaeu (1663)


Quest’ultima, una volta superato il ponte, percorreva un piccolo tratto in discesa per poi risalire verso la porta, costeggiando un lungo muraglione merlato che univa il forte del Cassero con il resto delle mura urbane. La porta era di aspetto molto simile a quella Spoletina che oggi ancora possiamo ammirare.

Affresco andato distrutto dove era raffigurata porta Romana

Agli inizi del 1800 la porta e il muraglione versavano in stato di degrado: si decise allora di abbattere i due manufatti, di livellare la strada di collegamento tra il ponte e la porta, quindi di edificare una nuova porta, più larga e adatta alle nuove esigenze della città.
Successivamente, nel ‘900 vennero costruite delle barriere per l’accesso alla città a piazza Tacito, piazza Valnerina e anche a piazza Briccialdi, ovvero lo slargo che si venne a creare con l’abbattimento di porta Romana.
Al giorno d’oggi di tutto ciò non rimane nulla.

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