Sullo stemma della città di Terni è rappresentata la figura di un drago o anche detto Thyrus. Il motivo di tale raffigurazione deriva da una leggenda che Elia Rossi Passavanti, nel libro Interamna Nahars, descrive così:

Una leggenda, che deve riferirsi alle origini della città, narra che un tempo un mostro orribile, una specie di drago o serpente alato dimorasse nei terreni paludosi presso la località chiamata «La Chiusa». Gli abitanti morivano soffocati dall’alito pestifero che sprigionava il mostro. Allora un giovane animoso, armatosi, andò incontro alla bestia ch’era nascosta tra la vegetazione palustre, e, scovatala, dopo aspra lotta la uccise, liberando da morte i poveri cittadini. In ricordo di tale avvenimento si dice che Terni abbia voluto porre la chimera verde nel suo blasone.

Leggende di questo tipo erano molti diffuse nell’Umbria specialmente nelle zone dove i corsi d’acqua, trovando degli impedimenti, ristagnavano formando delle zone paludose. In tempi remoti il territorio ternano era infatti caratterizzato da queste zone paludose formate dal fiume Nera, dal fiume Velino e dal torrente Serra. Il fiume Velino, trovando un impedimento nella zona delle Marmore tendeva a formare un vasta zona paludosa che arrivava fino a Rieti. Il fiume Nera trovava due ostacoli: uno nei pressi di Papigno e uno verso le gole di Narni; in questo modo sia la Val Nerina, da Ferentillo fino a Collestatte, sia la conca ternana, erano caratterizzate da zone paludose. Il ristagno di acqua e la formazione di acquitrini causavano la nascita e il diffondersi della malaria, malattia che nei tempi antichi faceva più vittime di un attacco dei barbari. Non riuscendo a capire come si sviluppasse questa malattia gli antichi ternani attribuivano questa malattia ad un drago che abita la palude. Il drago era quindi la ”malattia” che uccideva esalando dalle proprie fauci un alito fetido e mortale.
Il gesto del giovane eroe descritto nella leggenda corrisponde quindi alla bonifica delle zone paludose effettuate nel corso dei secoli.
Questo fatto leggendario dette origine al motto:

«Thirus et Amnis Dederunt Signa Teramnis»

ossia

«Il Tiro e il fiume dettero le insegne a Terni.»

che, insieme alla figura del Tiro, è riportata sullo stemma della città di Terni.
Come già detto queste leggende erano molto diffuse sia nell’Umbria ma anche nel resto d’Italia, specialmente nella zona della Val Padana; ad esempio la leggenda del drago Tarantasio e del lago Gerundo, hanno le stesse caratteristiche di quella Ternana.

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